ADELITA HUSNI-BEY

Nata a Milano nel 1985, è un’artista e un’esperta di pedagogia interessata a tematiche che spaziano dall’anarco-collettivismo al teatro, dalla giurisprudenza agli studi sullo sviluppo urbano.

Si occupa inoltre di organizzare workshop, produrre pubblicazioni e curare trasmissioni radiofoniche, archivi e mostre, usando modelli pedagogici non competitivi attraverso l’arte contemporanea. Il lavoro svolto in svariati contesti con attivisti, architetti, giuristi, scolari, poeti, attori, urbanisti, fisioterapisti, atleti, insegnanti e studenti si concentra sulla decostruzione della complessità del concetto di collettività.

Tra le sue recenti mostre personali ricordiamo: Chiron, New Museum (New York, USA, 2019); Adunanza, Fondazione Modena Arti Visive  (Modena, 2018); Frangente, parte di “Furla Series #1”, Museo del Novecento (Milano, 2018); White Paper: On Land, Law and the Imaginary, Centro de Arte dos de Mayo (Móstoles, Spagna, 2016); A Wave in the Well, Sursock Museum (Beirut, Libano, 2016); Movement Break, Kadist Art Foundation (San Francisco, USA, 2015); Playing Truant, Gasworks (Londra, Regno Unito, 2012). Ha rappresentato l’Italia alla Biennale di Venezia del 2017 con un video incentrato sulle lotte anti-estrattiviste.

Ha inoltre partecipato a importanti mostre collettive, tra cui: Being: New Photography, MoMA (New York, 2018); Power to the People, Schirn Kunsthalle (Francoforte, Germania, 2018); Dreamlands, Whitney Museum (New York, 2016); The Eighth Climate, 11th Gwangju Biennale (Corea del Sud, 2015); Really Useful Knowledge, Museo Reina Sofía (Madrid, Spagna, 2014); Utopia for Sale?, MAXXI (Roma, 2014).

Ha tenuto seminari e conferenze presso numerose istituzioni, tra cui MoMA (New York), Serpentine Gallery (Londra) e HangarBicocca (Milano) nel 2017; ESAD (Grenoble, Francia) nel 2016; The New School (New York) e Sandberg Institute (Amsterdam, Paesi Bassi) nel 2015; Museo del Novecento (Milano) nel 2013; Birkbeck University (Londra) nel 2011. Nel 2012 ha partecipato al Whitney Independent Study Program e il suo libro sugli immaginari legali legati al territorio, White Paper, è stato supportato dalla Graham Foundation nel 2016.