“La più bella e profonda emozione che possiamo provare
è il senso del mistero:
sta qui il seme di ogni arte, il seme di ogni scienza.”
Mattellini D., Caro Lucifero… Apologia del paganesimo, Lampi di stampa, Milano, 2011, p. 92.
La mostra, di tipo modulare, è pensata per location in cui vi sono a disposizione più sale in cui allestire proiettori e maxi – schermi sui quali verranno mostrate le fotografie in alta definizione di astri, pianeti e galassie. È un percorso allestitivo che sfrutta lo spazio e lo rende esso stesso portatore del senso delle opere. In questo modo si vuole proporre al pubblico un’esperienza immersiva in cui i visitatori, guardando le gigantesche opere immerse nell’oscurità delle sale, si troveranno faccia a faccia con questa oscurità, e senza temere l’ignoto potranno sentirsi a tutti gli effetti parte dell’Universo.
A coloro che amano ammirare il cielo alla ricerca dell’opera protettiva di un misterioso creatore tra le stelle, il giovane fotografo modenese rivela attraverso i suoi scatti le nudità delle nostre notti stellate, ponendo il suo lavoro al punto cruciale del dibattuto bivio fra prodotto scientifico e prodotto artistico. La scienza, davanti all’arte della creazione, si annulla per lasciare spazio alla forza delle immagini e allo stupore che queste suscitano.Entanglement: il paradosso delle singolarità indefinite racconta l’intenso rapporto fra la bellezza del cielo e la sua complessità scientifica.Avvicinandosi alla materia in modo inizialmente tecnico, l’autore è riuscito a creare una forte relazione fra la documentazione scientifica e quella artistica, proponendo scatti con un’estetica fortemente contemporanea riconducibile a texture dai colori fluorescenti. Fornaciari racconta l’incandescenza che punteggia l’oscurità della notte; stelle che sono scomparse da millenni e la cui unica traccia di luce è riuscita a essere catturata dall’obiettivo della sua telecamera, e ad avvicinarsi così all’arte.