Natural Ellipsis. Anima Mundi e conversione ecologica

Natural Ellipsis. Anima Mundi e conversione ecologica

Tramite le immagini della vita nel villaggio Tangia Basti, Pietro lo Casto ci rende partecipi della sua crescita come artista ed investigatore del reale.

Mostra personale a cura di Rita Meschiari 
Opere di Pietro Lo Casto. Anno 2021.

In Nepal c’è un villaggio chiamato Tangia Basti dove l’uomo vive in simbiosi con una tentacolare foresta, sullo sfondo di antiche tradizioni, credenze culturali, rituali misteriosi. Sulla comunità incombe, da oltre 25 anni, la proposta di costruzione di un aeroporto che implicherebbe sfollamento e deforestazione. Tangia Basti non ha rete elettrica né connessione telefonica ma ha sempre resistito, costruendo strade e scuole con tenacia, godendo di un’esistenza verace. Tramite le immagini della vita nel villaggio, Pietro lo Casto ci rende partecipi della sua crescita come artista ed investigatore del reale.


La decisione di lasciare uno stile di vita consumistico e caotico lo porta ad intraprendere un lungo viaggio che vede la fotografia come costante strumento di indagine e l’opera To Search the Secret of the Forest come il primo tentativo di ricerca di quella connessione con la natura che permette all’uomo di ritrovarsi come un unico, completo. La mostra personale जङ्गल - Jaṅgala, cartographies of becoming, si pone l’obiettivo di innescare una riflessione nello spettatore sulla necessità di metànoia o conversione ecologica. Questa conversione deve vedere il riconoscimento da parte dell’uomo che nell’animo umano si riflette l’anima del mondo o anima mundi. Animo umano come parte dell’anima mundi dei neoplatonici, e dei pilastri della psicanalisi, come C.G. Jung: se l’anima esterna soffre non può esserci redenzione per l’anima interna, l’anima individuale


L’esposizione vuole anche porre l’attenzione sulla contemporanea assenza di collaborazione tra esseri umani e non umani, dove per non umani si intendono tutti quegli “[...] status di "altri" naturalizzati deprezzati, la cui esistenza è stata gettata fuori dal regno del pensiero antropocentrico e confinata nella vita non-umana. Sono, storicamente, i membri di etnie diverse dalle potenze europee dominanti e coloniali. Ma si riferiscono anche alle specie vegetali, animali e terrestri”.  L’estratto da Posthuman Glossary (2018) di Rosi Braidotti si riferisce proprio alla necessità caratteristica della corrente post-umana di creare una soggettività comunitaria e distribuita, sostenuta dal desiderio condiviso di raggiungere una comprensione adeguata delle condizioni che limitano la nostra libertà. जङ्गल - Jaṅgala, cartographies of becoming avrà luogo a Modena e vedrà l’allestimento di un’opera video all’interno dello spazio espositivo Gate 26a e di quindici fotografie all’interno di Studio Tape.