L’interfaccia web su cui verrà realizzato il progetto prevede una continua mutazione, come il limo che riaffiora in base alle correnti dei fiumi che straripano e poi si ritirano nel letto, con un costante aggiornamento di lavori artistici che lo fertilizzano e accrescono.
Il tema del confine è sicuramente uno dei più trattati negli ultimi anni in ambito socio-politico. Solitamente inteso come elemento che divide, delimita e generatore del concetto di “diverso”, è la causa di una chiusura mentale sociale che spesso tramuta in barriere fisiche.
Diversamente, nell’antichità, il confine era visto come un limite da raggiungere e valicare; il superamento di esso era occasione di feste e celebrazioni, ad esempio il passaggio tra una condizione sociale e un’altra era segnato dai riti di passaggio, e assumeva il significato di crescita personale; o nell’antica Roma era venerato il dio Termine, protettore dei confini.
Guardando poi all’origine etimologica della parola confine, cum finis è il luogo dove si finisce assieme, dunque il punto di incontro; infatti il suo omologo è frontiera, che è il luogo dove abbiamo di fronte qualcuno, dove lo possiamo guardare negli occhi, dunque conoscerlo.
Il progetto segue questa linea di pensiero, con l’intento di dare una connotazione positiva al tema dei confini.
Gli artisti che contribuiranno alla realizzazione della piattaforma sono: Alfred Agostinelli con What’s left behind, Sara Pellegrino e Francesco Croce con Borders, Giuliano Vaccai con Confini Trapiantati, Andreco con One and Only, Piergiorgio Casotti ed Emanuele Brutti con Index G, Fenia Kotsopoulou con Borderline; Francesca Grilli con The Forgetting of Air ed Elisa Strinna con The Upwelling.