Pelle è l’involucro corporeo che garantisce l’individualità, in quanto un’anima personale, un Sè psichico, sussiste finché un involucro corporeo lo garantisce. La pelle è anche la prima barriera che definisce lo spazio simbolico tra l’interiorità individuale e l’esterno, e può considerarsi la prima manifestazione della personalità dell’individuo attraverso la sua espressione. La mostra è stata sviluppata con l’intenzione di porre l’attenzione sulla relazione tra l’io e la propria pelle, intesa come mezzo di comunicazione della propria individualità e identità di genere. Obiettivo della mostra è porre l’interrogativo su quanto la nostra personale manifestazione del genere in cui ci identifichiamo sia condizionata dalle aspettative e dalle norme socio-culturali rispetto all’idea di maschio e femmina.
Pelle è una mostra collettiva in cui i lavori di quattro artistə italianə rielaborano il concetto di pelle intesa come espressione dell’identità individuale.
Il corpo come limite è presente nel lavoro Manifesto (2021) di Francesco Gaviano, che in questa serie scannerizza la sua figura e successivamente la deforma, la estende e la riscopre. Il tentativo di rendere la propria immagine una forma impossibile in una dimensione reale è la sua dichiarazione di intenti, che include il desiderio di non essere determinato dalle aspettative esterne. Il ragionamento sulla rappresentazione è stato affrontato da Matteo Ribet nella sua serie Scandal(2023), nella quale dialoga con la propria rappresentazione e la frammenta in una sequenza di autoritratti in cui si palesa attraverso diverse identità fittizie. Il punto di partenza è la pelle intesa come maschera e possibilità di finzione distaccata dalla realtà. Giocando sulla fluidità nella rappresentazione dell’identità Rossella Agostini presenta il suo lavoro Gender Theory (2017) e lo inserisce in tale contesto. La serie mette in luce la fallibilità della visione binaria del genere. Agostini gioca con il corpo dei protagonisti appartenenti ai due estremi dello spettro dell’identità di genere, l’uomo e la donna, e li rende simili, confondibili o li fonde. In una prospettiva più intima, Grace Martella crea invece un diario visivo che mette in luce il riscontro emozionale nell’esporsi e nel manifestarsi. In So far to fall (2021) la malinconia che trapela dalle immagini è indice di una nostalgia rilegata al passato, in cui la luce estiva che svela e spoglia non era percepita così invadente.
La pelle, che rappresenta il confine fisico tra il nostro mondo interno ed esterno, diventa qui il punto di partenza per esplorare le molteplici dimensioni e sfumature dell’identità umana.
Immagine di copertina
Matteo Ribet, Scandal, 2023 courtesy l’artista